DRUILLET. VISIONI DI FINE MILLENNIO - HAZARD EDIZIONI (1999)
€ 23.00
Catalogo della mostra di Druillet a Palazzo Bagatti Valsecchi a Milano nel 1999-2000
Risiede nel mito l'essenza della verità? E cosa resta del mito, dal momento che vive nell'era della sua riproducibilità infinita? Forse solo il silenzio, o l'oblio. Se questo è vero, le ragioni del mito sono, secondo Cometa, strettamente connesse all'idea di apocalisse, di distruzione e di fine. L'autore s'interroga affrontando in quattro capitoli le posizioni di vari artisti nei confronti del logos . Un "pensiero della fine" sembra fare da filo conduttore alla storia della cultura: lo si riscontra nella cultura astronomica del Settecento europeo, nei ripetuti tentativi di far corrispondere scoperte scientifiche ed esegesi; nelle posizioni di Kafka e di Blumenberg, di cui, nel primo capitolo, si evidenziano gli approcci complementari all'idea di mito; e nelle preghiere che Rilke rivolge a Dio al fine di scongiurare la catastrofe che seguirebbe il giorno del giudizio. Un'affascinante riflessione sul legame mito-fine è proposta a partire dall'analisi del film di F. F. Coppola Apocalypse Now. Redux del 2001. Il regista, scrive Cometa, si sarebbe ispirato a un'idea di mito quale modo per ordinare e dare forma al panorama di futilità che è la storia contemporanea. Coppola sceglie infatti come scenario la guerra nel Vietnam e attorno al protagonista che ha un nome simbolico e agisce e muore da eroe, fa fiorire una varietà di citazioni più o meno nascoste che vanno da Goethe a Eliot, da Weston a Frazer, passando per la Bibbia e The Doors. Si tratta di un bricolage di miti antichi e nuovi, costituiti anche da mitologie cristiane e pagane, riti di fertilità, idee di palingenesi che preparano idealmente il terreno all'evento apocalittico, invocato come momento di rottura, di interruzione del declino. Ma "qui è l'incaglio", poiché nel film ogni progetto di ricostruzione è destinato a fallire, anche qui il mito racchiude l'idea di fine. Così, Cometa ci svela quel che il titolo dice implicitamente, e cioè che se è vero che l'apocalisse interrompe la degradazione della storia, è altrettanto vero che nella nostra storia, una storia ciclica, il principio purificatore, l'apocalisse now , adesso, è impossibile. Ecco una possibile risposta a ciò che resta del mito.
Risiede nel mito l'essenza della verità? E cosa resta del mito, dal momento che vive nell'era della sua riproducibilità infinita? Forse solo il silenzio, o l'oblio. Se questo è vero, le ragioni del mito sono, secondo Cometa, strettamente connesse all'idea di apocalisse, di distruzione e di fine. L'autore s'interroga affrontando in quattro capitoli le posizioni di vari artisti nei confronti del logos . Un "pensiero della fine" sembra fare da filo conduttore alla storia della cultura: lo si riscontra nella cultura astronomica del Settecento europeo, nei ripetuti tentativi di far corrispondere scoperte scientifiche ed esegesi; nelle posizioni di Kafka e di Blumenberg, di cui, nel primo capitolo, si evidenziano gli approcci complementari all'idea di mito; e nelle preghiere che Rilke rivolge a Dio al fine di scongiurare la catastrofe che seguirebbe il giorno del giudizio. Un'affascinante riflessione sul legame mito-fine è proposta a partire dall'analisi del film di F. F. Coppola Apocalypse Now. Redux del 2001. Il regista, scrive Cometa, si sarebbe ispirato a un'idea di mito quale modo per ordinare e dare forma al panorama di futilità che è la storia contemporanea. Coppola sceglie infatti come scenario la guerra nel Vietnam e attorno al protagonista che ha un nome simbolico e agisce e muore da eroe, fa fiorire una varietà di citazioni più o meno nascoste che vanno da Goethe a Eliot, da Weston a Frazer, passando per la Bibbia e The Doors. Si tratta di un bricolage di miti antichi e nuovi, costituiti anche da mitologie cristiane e pagane, riti di fertilità, idee di palingenesi che preparano idealmente il terreno all'evento apocalittico, invocato come momento di rottura, di interruzione del declino. Ma "qui è l'incaglio", poiché nel film ogni progetto di ricostruzione è destinato a fallire, anche qui il mito racchiude l'idea di fine. Così, Cometa ci svela quel che il titolo dice implicitamente, e cioè che se è vero che l'apocalisse interrompe la degradazione della storia, è altrettanto vero che nella nostra storia, una storia ciclica, il principio purificatore, l'apocalisse now , adesso, è impossibile. Ecco una possibile risposta a ciò che resta del mito.
Categoria COMICS